lunedì 2 novembre 2009

Saluto per Alda Merini


E' finita un'altra Poesia. Alda Merini, che io ricordo aver visto soltanto tra il fumo di sigaretta e un caos di carta, è morta. Non affacciata sui navigni milanesi, ma in un ospedale. Aveva 78 anni e non so dire se sia conosciuta o meno. Io volevo andarla a trovare una volta saputo della sua solitudine. Che altro posso dire? Non ci sono andata... Ho qui a portata di mano un suo libro: "La pazza della porta accanto", ne prendo qualche stralcio per ricordarla con le sue stesse parole:


"Ho cercato di dire agli altri compagni della sua pena che era troppo sola, ma non ho neanche voce perchè sono un fiore. Anche i fiori gridano di notte, urlano delle proprie radici, però non ci ha mai sentito nessuno. Pensate che il manicomio è percorso da tante voci e da tante urla e da tanti dolori, ma le urla più grandi sono quelle dei fiori che non saranno mai sentite.""

"Tu non sai quante volte bacio i cancelli di casa mia che si aprono soltanto se citofono alla pazza della porta accanto. E lei mi lascia fuori come un mendico. Ma io servo la sua nudità, la sua avarizia e il suo vangelo assassino."


"...è difficile per tutti sottrarsi all'imperativo della nascita, e a quello più urgente del dolore. Per evolversi la vita deve fare male, e la sua maternità più difficile è quella che riguarda il Poeta, che in fondo è l'unico a comprenderla. il Poeta è il figlio più tollerante, il più disadorno. E' quello che come Lazzaro mangia i residui."


Come disse Alberto Moravia, nascono solo due o tre poeti per secolo.