domenica 28 giugno 2009

L'uguaglianza nella diversità. L'esempio di Genova


Genova, ore 16. Piedi scalpitanti a migliaia attendono il via per la partenza verso il raggiungimento di una meta: la pari dignità, le pari opportunità non ancora concesse a chi non si plasma sui canoni della maggioranza dei componenti la società e i suoi governanti. Eppure ci sono tante uguaglianze in tutta questa comunità di omosessuali, di diversi: il pagamento delle tasse, i piaceri di ogni tipo (da quelli dati dalle relazioni interpersonali a quelli dati dal cibo o dalle bevande), il desiderio di giustizia e uguaglianza, appartenenza a un gruppo, il dolore dato dai lutti, l'amore per la musica e per i bambini, per gli animali, per i colori. Il corteo del Genova Pride è stato un esempio della capacità di unione e di fratellanza dell'essere umano, che non sarebbe stato così bello e gioioso senza la partecipazione della bellissima Genova, che ha visto i suoi abitanti schierati ai bordi (quasi a protezione, direi, un cordone protettivo solare e sorridente di applausi e canzoni) del passaggio del corteo fino all'arrivo. Un pensiero non poteva che correre ai giovani studenti omosessuali giustiziati in Iran e alla dura repressione che oggi gli iraniani stanno subendo per la conquista della libertà dalla tirannia. Hanno implorato l'intervento della comunità internazionale, un urlo devastante che, giungerà ad orecchi sordi alle diversità? Perchè il gay pride, a mio avviso, è un inno alla diversità, alle diversità. Perchè, come non ci dovremmo mai stancare di ripetere e di ripeterci, le diversità arricchiscono, la diversità è cultura. Dunque viva la diversa nazionalità, la diversa cultura e religione, la diversa inclinazione sessuale, viva la diversità dei sessi, il colore diverso della pelle. Resistere, resistere, resistere....
P.S. il verde è il colore dell'Iran che resiste...

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