Questa mattina il quotidiano la Repubblica cita la trasmissione di Milena Gabanelli Report, andata in onda ieri sera (già è un miracolo che un giornale la citi). La trasmissione parlava delle magagne che stanno dietro alla non cessione, da parte di Mediaset, delle frequenze legalmente attribuite alla rete Europa 7 -oramai dieci anni fa- e occupate abusivamente da Rete4. Ok, il quotidiano riporta la notizia e parti di interviste dell'inchiesta di Bernardo Iovene ai personaggi che ruotano attorno alla vicenda (uno per tutti Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset che afferma: "Per me tutto quello che non è vietato è consentito"). Tutto qui? Io non voglio insegnare il proprio lavoro a nessuno ma mi piacerebbe, aprendo un giornale, che ogni tanto si parlasse di questa donna. Il servizio pubblico offerto da Milena Gabanelli è, parlando da cittadina italiana interessata ai fatti più che alle opinioni, ineccepibile.
La rivista Via Dogana del Circolo Sibilla Aleramo di Milano, nel numero 87 del dicembre 2008, le dedica una pagina, anche questa abbastanza scarna direi, di sola presentazione del personaggio. Ma che i media non parlino, che non si discuta di inchieste che, in altri Paesi europei, scoperchierebbero una fogna, è vergognoso. Pensate se sia normale un Paese in cui si sente un gran chiasso solo a proposito di Amici della de Filippi, piuttosto che di come una sola persona abbia il monopolio dell'informazione italiana.
Silenzio, dunque; è l'arma migliore. Come si fece durante il fascismo che, per cancellare l'omosessualità femminile semplicemente non se ne parlava. Dunque, come per questo, basta non parlare di Milena Gabanelli, basta non fare un buon servizio giornalistico su una collega talmente in gamba, su un vero esempio di servizio pubblico. Come, in fondo, afferma lei stessa nel suo Cara politica. Come abbiamo toccato il fondo (Bur, 2007), "(riguardo al non volere il giornalismo d'inchiesta ndr) C'è la convinzione di far parte di un sistema rigido dove tutti gli elementi che lo compongono sono legati tra di loro in modo da formare una rete che non può essere spezzata. Quindi è vana ogni pretesa di modificare l'esistente(...)."
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